giovedì 20 marzo 2008

Bastardidentro


Da La Repubblica di oggi, alcuni passaggi dell'intervista a Castelli (ministro della giustizia all'epoca dei fatti di Genova), di Liana Milella.

Invece di criticare i violenti attacca i pm?
"La storia italiana è piena di pm che sostengono tesi rivelatesi fasulle. Il loro non è oro colato. Vedremo quanto reggerà nel dibattimento".

A Bolzaneto non furono sospesi i diritti umani?
"Lo nego. Alcuni fatti sono stati equivocati dagli imputati. Come la perquisizione corporale che è prevista dal regolamento. Chi denuncia le flessioni non sa che è solo un sistema tecnico per evitare ricerche più intrusive. Non c'è umiliazione per puro sadismo".

Chi mise gli arrestati nella posizione del cigno applicava la legge?
"Neanche a me sembrò normale e chiesi perché venisse fatto. Mi fu data una risposta strana, per evitare che i ragazzi toccassero le ragazze. Rimasi perplesso. Dalla commissione emerse che fu necessario per separare gli immatricolati dagli altri. Deciderà il giudice se stare in piedi quattro ore vuol dire sospendere i diritti".

Per lei è normale?
"I metalmeccanici stanno in piedi otto ore al giorno e non si sentono umiliati e offesi. Immatricolazioni e identificazioni si sono protratte oltre il tempo normale. Non fu anomalo in una notte come quella".

Perché si precipitò a Genova? Vide gli abusi? A caldo negò pestaggi "sistematici e preordinati".
"E li nego tuttora. Ero a casa e seppi dell'assalto a Marassi. Ritenni mio dovere stare vicino ai miei uomini. Non ero solo. La visita a Bolzaneto fu decisa al momento. Parlai con un fermato, ma non mi disse nulla. Tuttora mi chiedo perché i pm non mi abbiano mai chiamato. Non è strano? Comunque dopo il G8 ci furono lettere di complimenti per la penitenziaria come quella di un funzionario Usa".

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